Presentazione
Il “Recitar Cantando” e la “Seconda Prattica” monteverdiana danno l’inizio a un linguaggio prolifico nel cui centro sta la parola, l'“oratione”. Tale atteggiamento compositivo, così evidente nel madrigale, è ancora più sorprendente quando lo si incontra nel mottetto, dando luogo a situazioni recitative davvero accattivanti. La lezione dall’Italia cinque-seicentesca migra e approda in Francia connubiandosi con quella pienezza e regalità tipica della corte da Enrico III al Re Sole, Luigi XIV.
Dei cinque autori eseguiti, probabilmente il più noto è Marc-Antoine Charpentier (1643- 1704), che insieme a Guillaume Bouzignac (1587-1643), Philippe de Monte (1521-1603), Étienne Moulinié (1599-1676), Henry Du Mont (1610-1684) e Sébastien de Brossard (1655- 1730) costituiscono le fondazioni del Rinascimento e pre-Barocco francese. I mottetti sono organizzati in un racconto che si ascolta con quella forza narrativa e consequenziale tipica dell’oratorio. Una storia cantata da cinque mani, che parla della nascita di Cristo e lo fa mediante opere d’arte tutt’altro che comuni. Un itinerario, che per l’esclusione dei classici natalizi, non può che essere considerato un ciclo d’arte di ogni tempo. Dal concepimento di Maria, sino alla stella, dalla letizia della nascita, al dolore preannunziato della Passione. Le sezioni a voce sole danno sponda ad alcuni capolavori polifonici corali in grado di trasmettere all’ascoltatore scenicità di forme e una visione del tutto “cinematografica” alla vicenda.